La Norma UNI EN 1069 – Prima parte

Pubblicato su Lo Spettacolo Viaggiante 2013

E’ stata recentemente pubblicata la versione bilingue della Norma UNI EN 1069, parti 1 e 2, emanata nel 2010 solamente in lingua inglese.
Tale norma, dal titolo “Acquascivoli”, sostituisce la precedente norma del 2000.
Si tratta di una norma tecnica europea, redatta quindi dagli organismi tecnici di tutta Europa, che ogni Stato membro è tenuto a recepire
La norma è divisa in due parti: la UNI EN 1069-1 si intitola “Acquascivoli – Requisiti di sicurezza e motodi di prova”, mentre la UNI EN 1069-2 si intitola “ Acquascivoli- Istruzioni”.
Nella prima parte della normativa tecnica vengno esaminati i requisiti degli scivoli in quanto tali, che riguardano principalmente i progettisti ed i costruttori, mentre la seconda parte riepiloga le condizioni di utilizzo che il gestore deve osservare ed i controlli da effettuare periodicamente.
Una analisi punto per punto dell’intera normativa richiederebbe molto tempo e molto spazio. Si riepilogheranno quindi gli aspetti principali, cercando di evidenziare i più importanti.
Nella premessa della norma UNI EN 10691-2, che per brevità da ora in poi definiremo semplicemente “Norma”, si dice chiaramente che essa è applicabile a tutti gli scivoli presenti in una struttura pubblica. Come per tutte le norme UNI le definizioni hanno una importanza fondamentale. Si definisce quindi acquascivolo: “Attrezzatura o impianto dotata di una superficie di scivolamento sulla quale l’utilizzatore scivola con acqua come mezzo di riduzione dell’attrito; l’utilizzatore scivola liberamente o utilizzando dispositivi per facilitare la scivolata”, inoltre si definisce uso pubblico: “Uso di un impianto aperto a tutti o a un gruppo non definito di utenti, non progettato esclusivamente per la famiglia o gli ospiti del proprietario/titolare/operatore, indipendentemente dal pagamento di una tariffa di ingresso”.
E’ evidente quanto sia raro trovare uno scivolo in una piscina privata. Si può quindi affermare che la Norma vale per la quasi totalità degli acquascivoli presenti sul territorio nazionale, anche se resta qualche dubbio sulle strutture collocate nei condomini e nei residence per vacanze.

Sezione 4 – Classificazione
Nelle classificazioni vengono indicati 10 tipologie di acquascivoli, riepilogate nella tabella sottostante:

Tipo 1
Tipo 1.1
Scivoli dritti per bambini di altezza non maggiore di 1,0 m dalla sezione di partenza al livello dell’acqua e con una inclinazione media <= 70%, possono essere progettati come scivoli singoli o acquascivoli (più di un utilizzatore contemporaneamente)

Tipo 1.2
Scivolo singolo diritto per bambini con inclinazione media <= 70% e di altezza 1000 mm Tipo 2
Tipo 2.1
Scivolo singolo curvo per bambini con inclinazione media <=70% e di altezza <=3000 mm dalla sezione di partenza al livello dell’acqua

Tipo 2.2
Scivolo singolo elicoidale per bambini con inclinazione media <=70% e di altezza <=3000 mm dalla sezione di partenza al livello dell’acqua, dove il raggio dello scivolo è costante e nella stessa direzione
Tipo 3

Scivolo singolo, con inclinazione media massima del 13%, eclusa la parte finale. L’utilizzatore può raggiungere una velocità media <= 5 m/s e una velocità massima <= 8 m/s
Tipo 4

Scivolo singolo veloce, con inclinazione media compresa tra il 13% e il 20%, eclusa la parte finale. La velocità media degli utilizzatori deve essere <= 10 m/s. La velocità massima degli utilizzatori deve essere <= 14 m/s
Tipo 5

Scivolo singolo ad alta velocità, con inclinazione media di almeno il 20% eclusa la parte finale. L’utilizzatore può raggiungere una velocità maggiore di 14 m/s
Tipo 6
Tipo 6.1
Scivolo multicorsia con corsie parallele separate (diritte o curve), con inclinazione media compresa tra il 13%, una accanto all’altra per l’intera lunghezza. La velocità media degli utilizzatori deve essere <= 5 m/s. La velocità massima degli utilizzatori deve essere <= 8 m/s.

Tipo 6.2
Scivolo multicorsia con corsie parallele separate (diritte o curve), con inclinazione media massima del 13% e il 20%, esclusa la parte finale. La velocità media degli utilizzatori deve essere <= 10 m/s. La velocità massima degli utilizzatori deve essere <= 14 m/s.
Tipo 7

Scivolo ampio diritto con inclinazione massima del 35% , di altezza non maggiore di 8 m sopra il livello dell’acqua e di 7,7 sul terreno. La velocità massima degli utilizzatori deve essere <= 8 m/s.
Tipo 8

Scivolo singolo con pendenze longitudinali in discesa e salita dove l’utilizzatore scivola anche verso l’alto, qualche volta aiutato da un getto d’acqua o da un dispositivo specifico.
Tipo 9

Scivolo singolo ampio diritto con una corsia di scivolamento liberamente oscillante trasversalmente mentre si scivola verso l’estremità dello scivolo. La velocità massima degli utilizzatori deve essere <= 14 m/s.
Tipo 10

Scivolo combinato dove l’utilizzatore esce da uno scivoo di atro tipo in una vasca circolare e scende in una corsia a spirale, prima di cadere liberamente attraverso un foro alla base nell’area di ammaraggio o di entrare in un altro scivolo.

Sezione 5 – Materiali e costruzione
In questa sezione vengono esaminati i materiali utilizzabili per la costruzione degli scivoli, sui quali non vengono poste limitazioni a patto che essi siano:
a) idonei all’uso selezionato, le rispettiva aree circostanti e condizioni (n.d.r. così citato nella Norma, probabile cattiva traduzione dalla versione inglese);
b) in conformità alle relative norme/ regolamentazioni;
c) in grado di resistere a condizioni di elevata umidità con saturazione occasionale e/o corrosività;
d) non favorire la crescita dei batteri.
Viene espressa qualche perplessità sull’utilizzo dell’acciaio inossidabile sollecitato, che potrebbe essere soggetto a tensocorrosione a meno che non venga periodicamente ispezionato e pulito.
Viene fatta una citazione esplicita sulla esperienza che deve possedere la ditta costruttrice e quella a cui vengono affidati eventuali lavori di manutenzione. Non esiste un Albo dei costruttori di acquascivoli o di piscine, la Norma quindi si limita a richiedere che gli inetrventi siano eseguiti da “persone competenti” e che i saldatori siano adegatamente qualificati e approvati secondo la EN 287-1.

Sezione 6 – Progettazione
Per quanto riguarda la progettazione degli acquascivoli, tra altre raccomandazioni si pone particolare attenzione alla stesura di un documento preliminare di analisi dei rischi, in considerazione della particolarità della attrezzatura rispetto al normale utilizzo di una piscina.
Acuni fattori di rischio da tenere in considerazione sono:
il tipo di acquascivolo;
gli utilizzatori previsti;
l’utilizzo di una scivolo in una nuova piscina o l’integrazione dello scivolo in un impianto esistente;
il controllo della distanza (per esempio l’interferenza tra gi utilizzatori);
il controllo dell’accesso (per esempio l’interferenza tra gli utilizzatri e i non utilizzatori);
i pericoli relativi allo scivolo vero e proprio, inclusi quelli derivanti da possibili atti di vandalismo, specialmente per le parti liberamente accessibili;
i pericoli relativi all’arrivo;
i comportamenti rischiosi degli utilizzatori;
area circostante;
il traffico verso e dallo scivolo;
l’influenza dell’utilizzo dell’acquascivolo sul regolare funzionamento dell’intero impianto.

Da parte sua il costruttore deve consegnare nsieme allo scivolo i seguenti documenti (per i tipi da 3 a 10):
il tipo di acquascivolo;
la dichiarazione di conformità della costruzione alla presente norma europea;
i disegni completi di progettazione e costruzione;
la dichiarazione dell’uso previsto;
la dichiarazione del metodo di costruzione;
l’analsi globale delle sollecitazioni e della stabilità, come richiesto dagli Eurocodici;
la descrizione delle caratteristiche speciali dell’acquascivolo;
la descrizione e le dimensioni per le zone di rispetto;
le specifiche di tutti i materiali;
le specifiche dell’impianto elettrico;
eventuali limitazioni relative agli utilizzatori.

Un ingegnere strutturale qualificato deve eseguire una analisi ed una certificazione della progettazione.
Segue una sezione che riguarda in modo specifico la progettazione dei dimensionamenti, dei carichi e delle strutture.

Sezione 7 – Requisiti di sicurezza
La sezione successiva si occupa dei requisiti di sicurezza della costruzione dell’acquascivolo, entrando nei dettagli riguardo i materiali ed i componenti da utilizzare.
Viene ribadita l’applicabilità della norma UNI EN 13451-1 per le parti riguardanti gli intrappolamenti, Le superfici dovranno rispettare i requisiti di sicurezza e le giunzioni dello scivolo potranno presentare piccole variazioni di livello solo se in direzione opposta a quella dello scivolamento.
Una citazione importante riguarda gli accessi agli acquascivoli, che devono avvenire solo tramite scale adeguatamente dimensionate e dotate di corrimano, con gradini nominalmente piani con una eventuale pendenza per lo scopo dell’acqua pari al massimo al 2,5%. Non sono ammesse scale a pioli. L’accesso alla sezione di partenza degli scivoli deve essere adeguatamente impedito durante i periodi di chiusura.
La sezione continua con una descrizione dettagliata delle scale (numero di gradini, inclinazione, alzata e pedata, corrimano) e delle rampe di accesso, nonché della piattaforma di arrivo, obbligatoria, e delle corrispondenti protezioni. Viene analizzata anche la sezione di partenza, per la quale si specifica la necessità di impedire che un utente possa essere spinto sullo scivolo da dietro, attraverso ad esempio un cambio di quota tra la sezione di partenza e lo scivolo vero e proprio. Inoltre deve essere installata una barra trasversale in prossimità della partenza dello scivolo.

Continua ………..

Cosa sono e che valore hanno le norme UNI?

UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione – è un’associazione privata senza fine di lucro fondata nel 1921 e riconosciuta dallo Stato e dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche volontarie – le cosiddette “norme UNI” – in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario (tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico).
I soci UNI sono imprese, professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e istituti scolastici. Ci si associa all’UNI tramite il versamento della quota associativa.
UNI rappresenta l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (CEN) e mondiale (ISO).
Le Norme UNI vengono redatte dagli esperti dei vari settori reclutati tra gli associati. Si tratta quindi principalmente dei tecnici rappresentanti delle aziende e/o delle associazioni inviati in rappresentanza dei soci.
Le norme tecniche in Italia non hanno valore giuridico, ma solo di “buona prassi”. Va detto che, anche grazie alla credibilità che UNI si è costruita nel tempo, esse vengono utilizzate sempre più spesso come riferimento soprattutto nelle controversie e nei tribunali.
Le norme UNI sono norme emanate dall’organo tecnico itaiano, mentre le norme UNI EN vengono redatte dall’organismo europeo, formato da esperti che fanno parte a loro volta degli organismi dei singoli stati membri, che sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.