Coronavirus e piscine aperte

Se e come mantenere aperte le strutture sportive

Molte piscine pubbliche si stanno chiedendo, in questi giorni, se riaprire (nel caso fossero state costrette alla chiusura) o mantenere aperte le strutture.

Le disposizioni del Governo, il Dcpm 4 marzo 2020, non aiutano. Nel documento si afferma: “Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all’aperto ovvero all’interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all’allegato 1, lettera d)”.

L’Allegato 1, lettera d) riporta: “mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro”.

Come intrerpretare questa misura riferita alle attività in piscina?

Se la si intende alla lettera, è evidentemente impossibile garantire che tutti gli utenti si mantengano ad una distanza di almeno un metro l’uno dall’altro, se non dotandoli di una sorta di gabbia che non consenta loro di avvicinarsi!

Ciò che invece è possibile è fare in modo che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione, cioè usare il buon senso.

A mio parere, non basta limitarsi a dividere la superficie della vasca per il numero delle persone presenti nell’impianto, perchè questo equivarrebbe a far entrare ancora più gente di quello che è ammessa senza emergenza, visto che le attuali disposizioni considerano un affollamento massimo pari a una persona ogni due metri quadrati. E’ necessario studiare e progettare una serie di misure che inevitabilmente variano da impianto a impianto, che possono essere più o meno stringenti a seconda della singola specifica situazione.

Quali misure?

Ad esempio, chiudere le tribune, non consentire la sosta degli accompagnatori all’interno dell’impianto, dotare gli spogliatoi di personale che aiutino i bambini a cambiarsi per non far entrare i genitori, piuttosto che sospendere solamente i corsi dei più piccoli, e così via. Sarà necessario anche prevedere una seria campagna di sensibilizzazione e di coinvolgimento degli utenti e concordare con il personale tecnico nuove modalità operative.

Sarà indispensabile anche implementare i controlli igienico-sanitari sull’acqua e sulle superfici, mediante analisi di laboratorio e tamponi ambientali, nonchè rivedere il protocollo delle pulizie.

Insomma, qualcosa certamente andrà fatto per mantenere aperta la piscina in sicurezza, ed in alcuni casi forse gli ostacoli risulteranno insormontabili. Non si può pensare che tutto torni come era prima, in questa situazione. Ma non si può nemmeno pensare di negare alla popolazione il miglior antivirus esistente in circolazione, visto che l’attività sportiva è un insostituibile aiuto per rafforzare il sistema immunitario.