IL RESPONSABILE DELLA PISCINA IN UN CENTRO FITNESS

Pubblicato su La Palestra 2011

Un ruolo che richiede molte competenze, responsabilità e un’adeguata comunicazione con lo staff e gli utenti

L’Accordo Stato Regioni del 2003 ha individuato alcune figure professionali nell’ambito della piscina: il responsabile della piscina ed il responsabile degli impianti tecnologici. L’obbligo della designazione formale di queste due figure, da citare sul Piano di Autocontrollo (altra novità introdotta già nel 2003 ma ancora non del tutto assimilata dai gestori), costringe il titolare della gestione dell’impianto a fare chiarezza sulla propria organizzazione aziendale. Come è stato più volte ribadito anche su questa rivista, le piscine inserite nei centri fitness non sono esenti dalle nuove normative. Si può dire che il concetto di “piscina di proprietà privata” è stato da tempo superato da quello, differente nei termini e nella sostanza, di “piscina ad uso pubblico”. Tutte le piscine ad uso di un immobile con più di quattro unità abitative, piuttosto che a servizio di una utenza varia, sono soggette a prescrizioni regionali e nazionali.

Ruoli e competenze del responsabile
Ma veniamo alla figura del responsabile della piscina. Questa figura è, come dice la parola, responsabile di tutta l’organizzazione, della rispondenza alle normative in tema di igiene e sicurezza, della sorveglianza sui bagnanti. Il responsabile deve predisporre tutto ciò che ritiene idoneo a far sì che venga salvaguardata la sicurezza igienico-sanitaria degli utenti. Lo fa per prima cosa attraverso la predisposizione del Piano di Autocontrollo, un documento redatto sotto la sua responsabilità, nel senso che può essere redatto anche da un consulente esterno, ma che la responsabilità di ciò che viene riportato non è delegabile ad altri. In parole povere, non conta chi lo scrive ma solo ciò che c’è scritto. E ne risponde il responsabile della piscina, che lo deve sottoscrivere. In questo documento, per prima cosa, devono essere individuate le due figure di cui sopra: il responsabile della piscina ed il responsabile degli impianti tecnologici. Nel caso di un piccolo centro fitness, gestito direttamente dal titolare dell’azienda proprietaria, molto spesso il responsabile della piscina coincide con il responsabile degli impianti e con il titolare dell’attività. Le cose cambiano quando la società si ingrandisce, di centri ce ne sono più di uno, magari più di uno dotati di piscina. In questo caso è estremamente importante che l’atto di delega della responsabilità della piscina a servizio di uno specifico centro venga effettuato secondo i canoni classici della delega di funzioni: prima di tutto questa “nomina” deve essere in forma scritta, accettata dal delegato; in secondo luogo deve contenere in modo chiaro i “confini” entro i quali il responsabile si può muovere e in che modo si deve rapportare con la società. Se ad esempio il responsabile della piscina, come è suo dovere fare, individua un potenziale pericolo per la salute degli utenti, deve immediatamente segnalarlo alla proprietà, con una modalità che sia rintracciabile e documentabile, e la proprietà ha il dovere di intervenire. Se non lo fa, si assume la responsabilità di un eventuale danno dovuto alla carenza segnalata. Anche assicurare la presenza degli assistenti bagnanti in numero adeguato ricade tra gli obblighi del responsabile della piscina. Sul piano di autocontrollo devono essere chiaramente specificate le modalità messe in atto per garantire la sicurezza dei bagnanti. Anche se, come può capitare in alcune Regioni, la normativa non prevede l’obbligo della presenza di assistenti bagnanti, spetta al responsabile stabilire, attraverso un’opportuna valutazione dei rischi specifici, la reale pericolosità dell’impianto e la necessità o meno di predisporre una sorveglianza adeguata. Nel caso in cui un ipotetico evento dall’esito tragico dimostri senza ombra di dubbio che la pericolosità dell’impianto è stata sottostimata, magari al solo scopo di risparmiare personale e denaro, a nulla varrà la possibilità (si badi bene, solo di questo si tratta!) offerta dalla norma di evitare il servizio di sorveglianza realizzato attraverso la costante presenza di assistenti bagnanti. Quello della sorveglianza dei bagnanti è solamente uno degli aspetti che rientra nella competenza del responsabile della piscina. È suo compito anche quello di predisporre un adeguato piano di auto-controllo sulla qualità dell’acqua di balneazione, facendo eseguire periodiche analisi chimiche e microbiologiche, che vanno viste, interpretate e correttamente archiviate. La periodicità di tali analisi è riportata nella Norma UNI 10637, che contiene molti degli aspetti puramente impiantistici richiamati dalle varie leggi regionali. È sempre un compito del responsabile sorvegliare affinché vengano correttamente compilate ed archiviate le schede di monitoraggio contenute nel manuale di autocontrollo. Altri esempi sono la sorveglianza sulle pulizie dell’impianto, sul protocollo antilegionella, sulla formazione e la informazione periodica dello staff.

Il responsabile e il direttore
Ma qual è la differenza tra la nuova figura del responsabile della piscina e quella già consolidata del direttore del centro, che si occupa della gestione generale e quindi anche della piscina? La differenza sta solamente nelle responsabilità delegate a questa figura, che prima potevano venire liberamente concordate con la proprietà, mentre ora sono chiaramente delineate da una normativa. Quindi, per quanto riguarda la piscina, qualunque cosa accadesse prima dell’Accordo Stato Regioni del 2003 era responsabilità del titolare dell’attività, che avrebbe poi dovuto dimostrare di aver delegato la responsabilità dell’azione che ha causato il danno a qualcun altro; oggi, nel caso in cui esista un responsabile correttamente delegato, sarà quest’ultimo a dovere, eventualmente, dimostrare di non avere colpe per quanto accaduto.

Una questione di procedure
Per rispondere appieno a ciò che viene richiesto dalla nuova normativa è spesso necessario
un cambio di mentalità da parte del titolare della gestione, sia la sua figura coincidente con quella del responsabile e sia, a maggior ragione, che questa funzione sia stata delegata ad altri. È necessario trasformare la gestione da persona- dipendente a ruolo-dipendente. In altre parole, non può più esistere una persona fisica, con un nome ed un cognome, unico “depositario del sapere”. Il pericolo derivato dal fatto che vada tutto a rotoli a causa di una sua assenza, magari solo temporanea, è insostenibile. È necessario dotarsi di procedure, pensate e scritte per adattarsi alla realtà specifica, delle quali tutti devono essere informati, per la propria parte di competenza, e che tutti devono rispettare. Solo in questo modo ogni persona potrà essere con ragionevole semplicità sostituita da un’altra. Ecco quindi che il compito del responsabile della piscina è prima di tutto quello di individuare e di redigere le procedure della gestione; in secondo luogo deve formare ed informare tutti i suoi collaboratori; per ultimo, deve sorvegliare affinché le procedure vengano rispettate e correttamente messe in pratica. Si tratta in apparenza di un compito semplice, ma poche persone sono in grado di attuarlo con efficienza. È necessaria una forte predisposizione mentale alla logica, a riportare a concetti semplici le situazioni più complesse, oltre ad una naturale predisposizione ai rapporti umani. Inoltre, il responsabile della piscina deve essere naturalmente dotato di una personalità in grado di assumersi le responsabilità derivanti dal proprio ruolo senza soffrirne il peso e senza considerarle un fattore di prevaricazione sugli altri componenti dello staff. Ciò gli consentirà di assumere il suo ruolo anche nei confronti dei clienti del club in modo corretto e sereno, diventando la vera figura di riferimento sia per gli utenti che per i suoi collaboratori.

Rossana Prola