I RIVESTIMENTI IN PISCINA

Pubblicato su La Palestra 2011

Differenze di materiali e prestazioni nelle vasche prefabbricate e in quelle in cemento armato

Come succede con molti altri argomenti tecnici che riguardano le piscine, così anche sul tema dei rivestimenti ogni costruttore difende le proprie scelte commerciali con tesi che pretendono di assumere valore assoluto. In realtà spesso questo valore assoluto non esiste e le teorie che vengono esposte hanno la stessa consistenza tecnica delle leggende. Per procedere alla demolizione di queste false credenze è però indispensabile fare un passo indietro e spiegare le possibili tipologie di rivestimento utilizzabili in piscina. Per comprendere ancora meglio le possibilità di rivestimento effettivamente applicabili in piscina è necessario fare una distinzione tra due classi fondamentali di vasca: la vasca prefabbricata e la vasca in cemento armato. Queste due tipologie costruttive sono fondamentalmente diverse tra loro per un motivo ben preciso: la vasca prefabbricata, in qualunque modalità sia costruita, non è in grado di trattenere l’acqua. La vasca in cemento armato è invece in grado di trattenere l’acqua anche senza rivestimento. Un discorso a parte merita la tipologia delle vasche realizzate con “casseri a perdere”, cioè con metodologie di realizzazione della struttura diverse rispetto a quella tradizionale in cui si realizza una armatura con casseri che dopo la gettata vengono rimossi. Le possibili situazioni in questo settore possono essere molto diverse tra loro ed in questo caso è indispensabile ottenere una assicurazione precisa dal fornitore del prodotto su quanto il manufatto sia in grado di trattenere l’acqua.

Cemento armato e acqua
A proposito del fatto che il calcestruzzo sia impermeabile, affermazione che sicuramente susciterà la disapprovazione, se non l’ilarità, di molti, vorrei ricordare un po’ di dati che i vecchi geometri una volta studiavano a scuola. Il cemento armato ha un coefficiente di permeabilità, solitamente indicato con la lettera k, che va da 10-10 a 10-15 per un cemento correttamente realizzato. Questo coefficiente, espresso in m/sec, definisce la velocità con la quale l’acqua attraversa il calcestruzzo. Ricordo che 10-10 equivale a 0,0000000001. Per riportare queste unità di misura astratte ad una esperienza concreta possiamo dire che se un calcestruzzo possiede un k pari a 10-12 m/sec, valore che può essere considerato come caratteristica di un calcestruzzo realizzato senza particolare cura al fine di trattenere l’acqua, verrà attraversato dall’acqua stessa ad una velocità pari a 0,000036 millimetri all’ora. Come si può vedere, quindi, da un punto di vista teorico il calcestruzzo è di per sé un materiale impermeabile.
Perché, quindi, le vasche perdono? Perché tra il dire e il fare c’è di mezzo il… fare! L’ottenimento di questo valore di permeabilità, infatti, presuppone che si verifichino alcune condizioni di fondamentale importanza nella realizzazione dei manufatti in cemento armato, quali il corretto rapporto tra acqua e cemento, il tempo di maturazione, la corretta esecuzione del getto, una cura maniacale nel non lasciare punti nei quali l’acqua possa passare, come ad esempio tra il fondo e le pareti. Particolari che non rivestono una importanza trascurabile, soprattutto ai nostri tempi, nei quali la fretta e l’incompetenza di molte imprese di costruzione improvvisatesi tali nel periodo del boom edilizio fanno sì che i pessimi risultati ottenuti non vengano attribuiti all’impresa ma al metodo di realizzazione di una piscina! Al solo fine di fare giustizia di un equivoco che ha segnato l’ascesa inarrestabile di tipologie di realizzazione delle vasche e conseguentemente di rivestimenti diversi da quelli tradizionali, in molti casi presentati come più moderni e tecnologicamente più avanzati, ribadisco quindi che una vasca in cemento armato, se correttamente realizzata, è perfettamente in grado di trattenere l’acqua, anche senza una successiva impermeabilizzazione.
Detto ciò, si può passare a descrivere la diverse tipologie di rivestimento possibile.

Tipologie di rivestimenti
I rivestimenti, a loro volta, possono essere distinti in due categorie principali: quelli impermeabili e quelli permeabili. I rivestimenti impermeabili sono costituiti dalla famiglia comunemente nota come telo in pvc. Si tratta di una membrana realizzata appunto in pvc (policloruro di vinile), materiale plastico ormai diffusissimo per gli utilizzi più svariati. Si è ormai stabilizzata la vendita di teli in pvc rinforzati, in alcuni casi definiti armati, costituiti da più strati (solitamente due o quattro) di pvc termosaldati tra loro con una rete in poliestere interposta al centro, in modo da rendere il rivestimento più resistente. I rivestimenti permeabili sono invece costituiti dalla vasta famiglia dei rivestimenti ceramici o vetrosi (piastrelle o mosaico), dalle pietre naturali, dalle vernici, dalle malte speciali. Questa famiglia è sicuramente molto più vasta e diversificata. Le piastrelle più utilizzate in piscina sono realizzate in klinker o in gres porcellanato, mentre i mosaici possono essere realizzati con gli stessi materiali o con materiali vetrosi. Le vernici e le malte sono spesso impermeabilizzanti oltre che coprenti, mentre piastrelle e mosaici lo sono di per sé, ma poiché vanno posati con delle fughe tra una piastrella o tessera e l’altra, cioè degli spazi riempiti da stucco, non lo sono come tipologia di rivestimento. Se non si è più che certi della tenuta della vasca è possibile impermeabilizzare la stessa mediante appositi prodotti, ormai diffusissimi in commercio, da stendere prima di procedere alla posa del rivestimento.

Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per la scelta di un rivestimento?

1. l’impermeabilizzazione
Abbiamo già visto come questo aspetto sia strettamente legato alla tipologia di realizzazione della vasca. Se quest’ultima è prefabbricata, cioè realizzata con pannelli metallici o con altre metodologie per le quali il costruttore non garantisce la tenuta, la scelta è obbligata e non ci sono alternative possibili al pvc. Se la vasca è correttamente realizzata in cemento armato è invece possibile scegliere qualunque altra tipologia di rivestimento, ferme restando le limitazioni che verranno analizzate ai punti seguenti.

2. la durabilità

Quanto può durare il rivestimento di una piscina? In primo luogo dipende da come la piscina stessa viene mantenuta da parte del proprietario/gestore. In linea generale si può affermare che un telo in pvc non dura normalmente più di una decina di anni in buone condizioni, mentre un rivestimento ceramico può durare molto di più se però si mette in conto l’eventualità che si renda necessaria la sostituzione di qualche piastrella nel corso degli anni.
Eventualità che con il rivestimento in mosaico si verifica generalmente con maggiore frequenza. Per quanto riguarda le pietre naturali, come il marmo oppure lastre di altri tipi di pietre “monolitiche”, la durabilità è sicuramente molto maggiore. Per quanto riguarda le vernici e le malte speciali, invece, molto spesso si rendono necessari “ritocchi” e riprese piuttosto frequenti, anche ad ogni ripresa di stagione.

3. la manutenzione
Per mantenere in buono stato qualunque tipologia di rivestimento è necessario prestare attenzione alle operazioni di manutenzione. è sempre buona norma non versare direttamente in vasca prodotti chimici o, se non ci sono alternative, è bene spargerli sull’intera superficie della vasca.
Una concentrazione elevata di cloro e/o di acido in un unico punto può infatti danneggiare irreparabilmente il telo in pvc poiché il cloro lo scolorisce, mentre l’acido corrode i materiali che contengono carbonati e quindi le fughe di piastrelle o mosaico, il marmo o le pietre naturali, le vernici e le malte. Va posta attenzione anche a non lasciare la piscina vuota d’inverno, poiché il telo in pvc si può seccare e può tagliarsi, mentre il cemento può gelare e staccare le altre tipologie di rivestimento. Una ultima raccomandazione è quella di fare attenzione nel posizionare attrezzi in acqua, soprattutto se sono pesanti, poiché il telo in pvc per sua natura è soggetto a tagli, strappi o abrasioni, mentre le piastrelle potrebbero rompersi, soprattutto nella delicata posizione dello sfioro, soggetto ad usura anche nel momento dell’introduzione in acqua o della rimozione dalla vasca del robot puliscifondo.

4. il prezzo
Come in ogni situazione, anche il prezzo dei rivestimenti per la piscina può essere molto diverso a seconda della ditta che lo propone. Quelli che indicheremo di seguito sono quindi solamente prezzi indicativi, dati con lo scopo di individuare l’ordine di grandezza. Conviene distinguere il prezzo della fornitura dal prezzo della posa, che possono essere effettuate da ditte diverse. Per il rivestimento in pvc il prezzo di fornitura al cliente finale varia da 15 a 40 euro al mq, al quale va aggiunto il prezzo della posa, di circa 20-30 euro al mq.
Il prezzo delle piastrelle, del mosaico e delle pietre naturali varia invece moltissimo. Si trovano in commercio materiali a costi ridottissimi, anche intorno ai 10 euro al mq, ma si può arrivare anche a 20 volte tanto. Il prezzo della posa incide molto su questa tipologia di rivestimento e varia a seconda del trattamento che si ritiene di fare prima della posa stessa. Il costo può variare orientativamente tra i 20 ed i 50 euro al mq.

Rossana Prola